Cura del Diabete di tipo 1

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IL DIABETE MELLITO

Con il termine diabete mellito si intende un gruppo di malattie metaboliche caratterizzate dalla presenza di iperglicemia (aumento dello zucchero nel sangue) dovuta a deficit della secrezione e/o dell’azione insulinica.
Le due forme più comuni e diffuse della malattia sono il diabete tipo 1 ed il diabete tipo 2.

 

diabete_di_tipo_1Il diabete tipo 1 è caratterizzato da una totale e quasi totale assenza di insulina essendo determinato dalla distruzione delle β-cellule del pancreas addette alla produzione di questo ormone. La distruzione è mediata dal sistema immunitario che determina una infiammazione cronica con attivazione sia dei linfociti T che del linfociti B contro le β-cellule. Il diabete tipo 1 colpisce prevalentemente anche se non esclusivamente le persone in età giovanile ed ha spesso un esordio acuto manifestandosi clinicamente con poliuria (aumento della diuresi), glicosuria (presenza di glucosio delle urine), polidipsia (aumento della sete per compensare la poliuria), perdita di peso ingiustificata (anche molti chili nel giro di qualche settimana), la stanchezza, l’offuscamento della vista e spesso all’esordio la presenza di cheto-acidosi.

 

Il diabete tipo 2 è invece di solito una malattia che colpisce prevalentemente, anche se non esclusivamente, l’adulto e diabete_tipo_2 l’anziano. L’iperglicemia a differenza che nel diabete tipo 1 è stavolta dovuta alla coesistenza di insulino-resistenza (una difficoltà da parte dei tessuti-bersaglio a “sentire” l’insulina) e di deficit relativo della secrezione insulinica. I pazienti affetti dal diabete tipo 2 sono spesso sovrappeso-obesi ed hanno familiarità per diabete (presenza di diabete in altri membri della famiglia). L’esordio della malattia spesso sfugge alla diagnosi poiché almeno all’inizio l’iperglicemia è lieve e l’unica possibilità di diagnosi è l’esecuzione di esami del sangue periodici atti a svelarla. Il diabete tipo 2 costituisce circa il 90-95% dei casi di diabete, è la malattia endocrina più frequente nonché una delle maggiori cause di morbilità e mortalità nelle popolazioni occidentali.

Le complicanze del diabete si dividono in acute e croniche.

Le complicanze acute sono rappresentate dalla cheatoacidosi diabetica, dalla sindrome iperglicemica iperosmolare e dal coma ipoglicemico.

La chetoacidosi diabetica spesso si riscontro all’esordio del diabete tipo 1, è caratterizzata da scompenso glicemico acuto, acidosi metabolica e presenza di corpi chetonici. E’ una condizione potenzialmente grave che deve essere gestita in ambienta ospedaliero.

La sindrome iperglicemica iperosmolare fortunatamente oggi molto rara è caratterizzata da marcatissima iperglicemia con aumento dell’osmolarità plasmatica e grave disidratazione. Colpisce di solito soggetti anziani con diabete tipo 2 con patologie coesistenti ed il motivo scatenante di solito è rappresentato dalla disidratazione (alterazione del senso della sete nell’anziano), dall’insufficienza renale acuta, da processi infettivi o eventi acuti cardio o cerebrovascolari.

Il coma ipoglicemico è un evento raro che si verifica quando la terapia del diabete (di solito insulinica) è mal gestita dal paziente. Molto più comune è la semplice ipoglicemia sintomatica che il paziente riconosce immediatamente per la comparsa di alcuni sintomi caratteristici quali sudorazione, tachicardia, tremore, senso di fame, facile irritabilità, astenia marcata; l’assunzione di zuccheri semplici è i questo caso rapidamente risolutiva.

Le complicanze croniche del diabete sono invece rappresentate dalle complicanze micro-vascolari e da quelle macro-vascolari.

Le complicanze micro-vascolari sono rappresentate dalla retinopatia diabetica, dalla nefropatia diabetica e della neuropatia diabetica.

Le complicance macrovascolari sono invece date dalla coronaropatia (che si esprime clinicamente con l’angina pectoris e con l’infarto del miocardio), dalla malattia cerebrovascolare (con TIAs e ictus cerebrali) e dall’arteriopatia periferica (con impossibilità a percorrere 50-100 mt senza doversi fermare per la comparsa di dolore gli arti inferiori, la cosiddetta “claudicatio”).

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Temibile complicanze degli arti inferiori è la comparsa di “ulcere diabetiche” agli arti inferiori; la causa può essere neuropatica, vascolare o neuro-vascolare. Il piede diabetico deve essere trattato da un team di operatori sanitari che raggruppa il diabetologo, il podologo ma spesso anche il radiologo interventista ed il chirurgo.

Il trattamento del diabete tipo 1 e del diabete tipo 2 mira all’ottenimento ed al mantenimento di un buon controllo glicemico così da prevenire l’insorgenza delle complicanze croniche. La terapia è insulinica per quanto concerne il diabete tipo 1, di solito con ipoglicemizzanti orali per il diabete tipo 2. Gli ultimi anni hanno visto affermarsi e diffondersi la terapia insulinica con microinfusore ed i sensori glicemici soprattutto ad uso dei giovani con diabete tipo 1 e nuove terapie orali ed iniettabili per il trattamento del diabete tipo 2.